Archivi tag: NDE

Come ho capito che il mio interesse innato per la fantascienza è strettamente legato alle mie ricerche sull’Aldilà

Ricordo chiaramente che c’è stata una fase nella mia vita, che va dalla nascita fin verso i cinque/sei anni, in cui ero costantemente felice senza mai avere l’impressione che mi mancasse qualcosa. La mia vita era ricolma di beatitudine e magia ed ero convinta che tutto fosse possibile, Poi, quasi dall’oggi al domani, l’incantesimo si ruppe. Ritengo che ciò sia da ascrivere al fatto che, crescendo e frequentando la scuola, la società cominciò ad interferire con le mie innate conoscenze, insegnandomi che ero un individuo separato e scollegato dal resto del mondo.

Tuttavia, la mia grande curiosità circa i grandi misteri della vita ebbe il sopravvento, e cominciai a leggere ogni sorta di libri a disposizione all’epoca che illustravano in particolare teorie scientifiche sull’universo e la storia dell’umanità, ivi inclusa l’archeologia biblica.

Trovai strano che la ricerca scientifica si basasse tanto sulla premessa che tutto è separato. Così cominciai ad interessarmi ai film di fantascienza, soprattutto se questi si basavano su forti legami affettivi fra le persone. Fu in questo modo che scoccò in me di nuovo la speranza di poter per esempio viaggiare nel tempo, per esempio nel passato, per fare una scelta diversa che evitasse un esito nefasto e portasse per esempio a salvare delle vite (per esempio Déjà Vu e La casa sul lago del tempo. Al momento sto guardando Manifest su Netflix).

Intorno ai 9 anni cominciai a sperimentare dei forti déjà vu, che duravano in genere meno di un minuto, ma che mi proiettavano in uno stato modificato di coscienza molesto sul piano fisico (sentivo come un pugno allo stomaco, un colpo sul naso e un perdurante mal di testa dopo ogni episodio) ma piacevole sul piano mentale, in cui tutto (immagini, suoni, odori, sapori) mi sembrava chiaramente già vissuto. Questi episodi si intensificarono negli anni immediatamente precedenti alla formazione della mia famiglia e si interruppero definitivamente quando nacque nostro figlio.

Intorno al 2014 mi imbattei nelle teorie di Gregg Braden (28 giugno 1954 -), uno scienziato americano che ha collaborato anche con la NASA. Designer esperto di sistemi informatici (Martin Marietta Aerospace), geologo informatico (Phillips Petroleum) e supervisore operativo tecnico (Cisco Systems), Braden è oggi considerato un’autorità nel collegare le conoscenze del passato con la scienza, la medicina e la pace del nostro futuro.

Tra il 1979 e il 1990 Braden ha operato come problem solver durante un’epoca di crisi per le 500 società della Fortune. Oggi continua ad esercitare il problem-solving nell’opera tesa a colmare il divario fra la scienza moderna e la saggezza del nostro passato per giungere a soluzioni concrete alle problematiche che attanagliano le nostre vite.

I suoi viaggi nei remoti villaggi montani, monasteri e templi del passato, uniti al suo background nelle scienze meccaniche, lo qualificano in modo particolare nel saper portare alla ribalta i benefici delle tradizioni del passato nella nostra vita di oggi.

Bradden è autore di almeno 12 opere (tra cui 5 best seller) internazionali pubblicate in più di 40 lingue ed è rinomato come uno dei pionieri nel tracciare un ponte tra scienza e spiritualità.

Ciò che ha portato Gregg Braden ad esprimere determinate teorie è stato, oltre agli studi effettuati da ragazzo e da adulto, l’aver vissuto ben due esperienze di NDE quando era ancora un bambino.

Naturalmente Wikipedia lo colloca nel calderone non meglio definito dei pensatori New-Age, sul quale non mi esprimo.

Bradden spiegava in parole semplici ed accessibili per la mia cultura non tecnica quello che cercavo di capire per identificare il ponte che potrebbe esistere fra scienza e spiritualità. Bradden spiega come per migliaia di anni tradizioni antiche, indigene e fortemente improntate alla spiritualità si basassero sul semplice presupposto che tutto è collegato, laddove la scienza, e successivamente la fisica quantistica abbiano fatto immani sforzi negli ultimi 300 anni per arrivare alle stesse conclusioni, partendo però dal presupposto che tutto è separato.

Le recenti conclusioni di alcuni esperimenti scientifici sembrano avvicinarsi a dimostrare l’effettiva esistenza di campo energetico intelligente (che alcuni definiscono campo quantico, la matrix o Dio). Nelle parole di Bradden:

«1) Il campo contiene tutte le cose: dalla prospettiva in cui la scienza lo vede ora, ogni cosa esiste in questo campo, l’universo esiste in questo campo, e nulla esiste al di fuori di questo campo. Quindi, tutte le cose che succedono, succedono in questo campo.

2) Il campo costituisce un ponte fra noi e il mondo che ci circonda, tra il nostro mondo interiore e quello esteriore. Ciò è importante perché, per esempio, quando offriamo energia di guarigione o una preghiera a una persona che si trova anche al lato opposto della terra, siamo in grado di influenzare le cose grazie a questo campo.

3) L’energia di questo campo costituisce uno specchio che riflette nel mondo che ci circonda ciò che riteniamo essere vero nel nostro mondo: tutti abbiamo convinzioni e aspettative circa ciò che è vero e possibile nel mondo: talora a livello conscio altre volte no; ma, indipendentemente da questo, il mondo conferma sempre quelle che sono le nostre reali convinzioni.

La fisica quantistica sta ora studiando come e perché:

  • Siamo tutti collegati;
  • Non ci limitiamo semplicemente ad osservare la realtà, ma contribuiamo fattivamente a crearla tramite le nostre emozioni;
  • Possiamo trovarci in più luoghi contemporaneamente e viaggiamo attivamente fra le varie dimensioni

Queste idee mi hanno aiutato a colmare il divario tra le mie conoscenze innate ed il mio fermo desiderio di ottenere prove di prima mano circa la possibilità di fare cose apparentemente impossibili, quale ad esempio visitare l’Aldilà, viaggiare nel tempo, avere esperienze spiritualmente trasformative (STE) che mi hanno portato a nuove conferme circa il potere dell’aspettativa positiva.

Mi rendo ora conto che il mio bisogno di leggere libri e vedere film che parlassero di questi argomenti e poi cercare prove di prima mano possa essere stato un promemoria (déjà vu compresi) posto in essere da quello che chiamo Io Superiore o Io Completo a beneficio del mio Io Terreno, al di là dello spazio e del tempo, in modo da non deragliare dal mio percorso terreno teso a riscoprire ciò che nella mia prima infanzia era un dato di fatto come anche del fatto che siamo potenti esseri spirituali intimamente interconnessi fra di noi e la Fonte Divina con una identità eterna e indistruttibile.

Mi rendo conto che una persona a lutto che stia cercando conferma che un proprio caro defunto sia ancora vivo abbia assolutamente bisogno di poter attingere all’aspettativa positiva. Ecco perché ritengo che le prove di prima mano ottenute a conferma delle mie conoscenze innate siano fondamentali per dimostrare che la morte non è che il risveglio dalla temporanea illusione che siamo esseri separati e in balia degli eventi e che approfondire queste tematiche sia di grande supporto in tali momenti di sconforto.

Come collaborare in squadra con altri ricercatori sul Dopo- e Oltre-Vita può intensamente stimolare esperienze di confine e contatti con i nostri cari nell’Aldilà

Essendo sempre stata curiosa circa quello che succede dopo la morte, ho passato gran parte della mia vita a studiare e far ricerche sull’argomento dai più disparati punti di vista:

  • Leggendo resoconti di prima mano circa contatti con l’Aldilà da parte di medium che operavano in trance profonda nel XIX secolo e nella prima parte del XX secolo.
  • Partecipando a corsi sulla medianità tenuti da medium professionisti.
  • Intervistando persone che avessero avuto personalmente un’esperienza di premorte.
  • Leggendo libri o articoli scritti da altri ricercatori sul Dopo-Vita o Oltre-Vita e sul soprannaturale.
  • Esplorando personalmente l’Aldilà tramite la medicazione, il sogno lucido (sogni in cui si è consapevoli di stare sognando) ed esperienze fuori dal corpo.
  • Collaborando in vari modi e il più possibile con altri ricercatori sul Dopo-Vita o Oltre-Vita per poter ottenere prove e riscontri circa le scoperte o conclusioni che poteva capitarci di trarre.

Le esperienze più intense e commoventi nate da contatti regolari con altri ricercatori sono state quelle avute nel periodo che va dal 2002 al 2012, quando facevo attivamente parte di un piccolo forum americano che aveva circa 20 iscritti provenienti da tutto il mondo e che condividevano il mutuo interesse per argomenti di natura spirituale. Era più di un semplice forum: eravamo una piccola famiglia, anche se nella maggior parte dei casi non ci conoscevamo di persona ma ci eravamo conosciuti online e avevamo al massimo avuto scambi telefonici. Avevamo in comune l’esperienza di aver perso almeno una persona cara nella vita e il fatto di essere desiderosi di poterla ricontattare.

I fondatori di qui questo forum erano David e Judy Pierce, una coppia americana le cui vite erano state sconvolte e cambiate per sempre dalla perdita improvvisa della loro adorata figlia quattordicenne Lilli a causa di un incidente verificatosi mentre attraversava la strada di ritorno dal cinema con un gruppo di amici un tragico venerdì pomeriggio del 12 novembre 1999. David e Judy sono anche i fondatori dell’associazione Friends Along the Road che si impegna fin da allora nel settore dell’aiuto alle persone a lutto tramite l’amministrazione di forum e gruppi Facebook dedicati e tramite ogni sorta di attività ed eventi finalizzati ad offrire conforto e amorevole sostegno alle persone a lutto, uno spazio virtuale in cui riposare e cercare sollievo lungo il cammino.

Una delle molte attività di questo forum molto privato era quella che veniva chiamata “Astral party”, che come il nome suggerisce aveva un che di goliardico, se mi si consente la parola, per alleggerire lo spirito con il quale veniva organizzato e gestito. Proprio perché i partecipanti erano residenti nelle più svariate aree geografiche, con fusi orari molto diversi fra di loro, questi party costituivano una sorta di incontro virtuale che poteva durare anche diversi giorni. Venivano spesso tenuti in concomitanza con il compleanno di uno dei partecipanti (oggi per esempio è il compleanno di Simona) oppure potevano essere non relazionati ad alcun evento particolare se non al plenilunio, che, secondo studi di svariata natura avrebbe per una gran percentuale di persone, un effetto sui sogni, che risulterebbero anche nel periodo immediatamente precedente e successivo alla luna piena particolarmente intensi, vividi e suggestivi.

Scopo comune era quello di poter avere un’esperienza transpersonale e/o inusuale, come contattare una persona cara nell’Aldilà o poter ricevere ispirazione su un argomento di proprio interesse. Fissata la data, o le date, ciascun partecipante si sentiva particolarmente motivato a ricevere in quei giorni un’esperienza particolare, che poteva manifestarsi in modi diversi, a seconda dell’approccio e delle proprie inclinazioni, fosse essa la meditazione, il sogno, o il sogno lucido, eccetera.  

L’esistenza di un’intenzione comune ci permetteva di concentrare le nostre intenzioni (per quanto personali e non necessariamente condivise con gli altri) come un raggio laser, portando molto spesso a risultati sbalorditivi.

Molte delle esperienze più interessanti antecedenti al 2012 di cui parlo nei miei libri e articoli sono nate grazie a questo tipo di esperienza di gruppo.

Si sono verificati anche casi in cui ospiti occasionali che non parlavano neanche l’inglese e si aggregavano per una sola volta a questo tipo di esperimento abbiano ottenuto grazie all’appoggio del gruppo e al contesto positivo che qui trovavano delle esperienze davvero eccezionali. Tali risultati sono la dimostrazione di quanto motivante ed efficace potesse rivelarsi il connubio tra aspettativa positiva e il genuino desiderio condiviso da parte dei partecipanti di quel piccolo gruppo di esploratori, Indipendentemente dal percorso individuale e dalle circostanze dei singoli. Il forum si chiama Lilli Pierce and the Big Trip per il quale ringrazio sempre la continua dedizione e il preziosissimo contributo di David e Judy Pierce.

 

Giulia Jeary Knap, autrice dei libri L’Aldilá é a portata di mano,  La verità sulla reincarnazione e di altre pubblicazioni riportate nella Pagina Amazon: http://amazon.com/author/giuliajearyknap

“Morendo ho ritrovato me stessa” di Anita Moorjani

Il sottotitolo di questo libro è “Viaggio dal cancro, alla premorte, alla guarigione“.

“Ho avuto la possibilità di tornare indietro… oppure di restare dov’ero. Ho scelto di ritornare quando ho capito che il ‘paradiso’ è uno stato mentale, non un luogo da raggiungere.”
– Anita Moorjani

“Prima dell’esperienza di premorte, probabilmente per via della mia cultura, pensavo che lo scopo della vita fosse raggiungere il nirvana, ovvero evolversi oltre il ciclo di nascita e morte della reincarnazione e non fare più ritorno alla dimensione terrena. Se fossi cresciuta immersa totalmente nella cultura occidentale, probabilmente il mio scopo sarebbe stato di andare in paradiso. A prescindere dalla cultura di riferimento, questo è un obiettivo piuttosto comune: vivere in modo tale da assicurarsi una vita perfetta nell’Aldilà. Ma dopo la mia esperienza di premorte, ho sentito che le cose stanno diversamente. Anche se so che continuerò a vivere anche oltre questo piano della realtà, e sebbene non abbia più paura della morte fisica, ho perso il desiderio di essere altrove tranne che nel posto in cui mi trovo ora. È interessante notare che sono più radicata nel presente e sono maggiormente focalizzata sulla perfezione della vita insita in ogni istante, invece che concentrata sull’altra dimensione. Ciò è fondamentale, perché il concetto della reincarnazione nella sua forma convenzionale, come vite progressive che si svolgono in modo sequenziale una dopo l’altra, non trova conferma nella mia esperienza di premorte. Mi sono resa conto che il tempo non si muove in modo lineare, a meno che, per percepirlo, non usiamo il filtro del corpo fisico e della mente. Una volta che non siamo più limitati dai sensi terreni, ci accorgiamo che ogni istante esiste contemporaneamente. Sono giunta a pensare che il concetto della reincarnazione non sia altro che una interpretazione, un tentativo di spiegare in modo razionale la simultaneità dell’esistenza. Pensiamo in termini di “tempo che passa”, ma nella mia esperienza di premorte, sembrava che il tempo esistesse in quanto tale e che fossimo noi a spostarci attraverso di esso. Ciò significa che non solo tutti gli istanti temporali esistono simultaneamente, ma anche che nell’altra dimensione possiamo andare più veloci, più lenti o persino a ritroso e lateralmente”.

Ecco un libro che consiglio caldamente a chi è affascinato dalle esperienze di pre-morte e nel contempo ha dubbi o timori circa il concetto di re-incarnazione, quale ineluttabile sequenza di vite con le quali pagheremmo il nostro debito karmico. Va sottolineato che l’autrice di questa toccante testimonianza (che si riferisce a un’esperienza del 2 febbraio 2006, seguita da una rapida e sbalorditiva guarigione) è cresciuta appunto nell’ambito di una cultura, quella induista, che promuove questo pensiero ed è quindi tanto più attendibile quando ci rivela le proprie riflessioni a riguardo.

Questa recensione non vuole naturalmente essere uno spoiler, ma aggiungerò che, avendo letto la versione originale, la collega Katia Prando ha fatto un ottimo lavoro e che il testo contiene altre illuminanti riflessioni su quanto sia preziosa questa vita, specie se, dopo aver rischiato di perderla, si ha l’opportunità di tornare indietro e condividere ciò che si è vissuto.

 

L’esperienza fenomenale di trovarsi NEL tempo e FUORI dal tempo… allo stesso tempo

L’esperienza

Mi è capitato, anni fa, di ritrovarmi, allorché emergevo dallo stato di sonno, contemporaneamente nel tempo e fuori dal tempo. Questa straordinaria esperienza di risveglio (risveglio in tutti i sensi) risale all’alba del 23 maggio 2008.

Devo precisare, prima di riportarla, che la sera prima ero andata a dormire sapendo di dover tradurre 14 cartelle entro le 7 del mattino, fatto che nella realtà di veglia ordinaria comportava svegliarsi almeno 4 o 5 ore prima dell’orario di consegna (diciamo che avrei dovuto svegliarmi tra l’una e le due di notte). Ma avevo tante altre cose per la testa, sul piano pratico, incluso il fatto di aver quasi fuso il motore nel tardo pomeriggio, a causa di una perdita del radiatore, di essermi nel contempo trovata nell’impossibilità di andare a prendere mio figlio di 11 anni in palestra mentre cercavo freneticamente soccorso in un momento (ore 19:00 circa) in cui tutti i negozi, i distributori di benzina e le officine stavano chiudendo i battenti, il che, insieme ad altri problemi, aveva fatto scivolare la scadenza lavorativa un po’ indietro nella scaletta delle priorità.

Comunque, mi trovavo in uno stato di dormiveglia, intorno alle 4:30 del mattino (e dunque in un orario in cui avevo già maturato tre ore di ritardo rispetto ai miei impellenti programmi), quando ho cominciato a sperimentare questa lucida consapevolezza di trovarmi simultaneamente nel tempo e fuori dal tempo. Sarebbe stato pressoché folle per me cercare di acquisire questa consapevolezza in uno stato di coscienza ordinario, anche solo un’ora prima, ma da questo punto di vista ero in grado di concepire mentalmente entrambe queste nozioni senza alcuno sforzo, ne’ il bisogno di passare da un punto di vista all’altro.

Le cose (qualsiasi cosa io decidessi di fare) erano contemporaneamente non ancora avvenute e già avvenute. Il motivo per cui non avevo bisogno di passare da un punto di vista all’altro era perché entrambe queste realtà erano per me contemporaneamente vere.

Indugiai in questo incredibile stato di coscienza per un bel po’, concentrandomi su varie situazioni e rendendomi conto che, qualunque scopo mi ponessi, non si richiedeva alcuno sforzo per conseguirlo, perché nel Grande Tempo in cui mi trovavo immersa, era già stato raggiunto.

Persino le mie 14 cartelle, il cui pensiero mi avrebbe fatto saltare istantaneamente giù dal letto in uno stato di panico … erano state già tradotte nel modo e nelle circostanze migliori.

Questo incredibile stato di coscienza fu seguito da un sogno in cui si realizzavano fatti molto positivi, situazioni pratiche che ero in grado di vedere ed esaminare in grande dettaglio: in tutte queste vicende, mi era chiaro che il concetto di fortuna non era che una sfaccettatura della vita, una volta appreso e messo in pratica il segreto del Grande Tempo che per me già all’epoca si riallacciava a quanto stavo da anni studiando su quella che oggi è nota come “la legge di attrazione”.

Le sensazioni che seguirono a quella mattinata piuttosto intensa e impegnativa, e che sono ancora presenti in me ora, sono:

  1. è possibile accedere in un qualsiasi momento al Grande Tempo in cui i nostri scopi sono già stati raggiunti;
  2. un grande senso di rilassamento e la capacità di prendersela con calma, dal momento che non si richiede alcuno sforzo mentale per ottenere una cosa che è già successa;
  3. una rinnovata ondata di energia vitale derivante dalla consapevolezza che qualsiasi scopo (per quanto apparentemente irraggiungibile) sia stato fissato, si è già manifestato nel Grande Tempo, e questo piccolo tempo esiste solo al fine di regalarci un senso di soddisfazione per ciò che si è realizzato.

Questa è stata la più grande conquista per me, da quando avevo cominciato a sfidare il concetto di tempo lineare.

Come lo sfidavo? Dapprima in modo forse infantile, rimandando fino all’ultimo impegni gravosi o noiosi, che andavano però assolutamente assolti entro una scadenza precisa: quando andavo a scuola, per esempio, pur avendo sempre ottimi voti, ero solita dopo un’interrogazione smettere di studiare quella materia specifica, di modo che mi ritrovavo sistematicamente a studiare numerosi capitoli tutti in una volta alla vigilia dell’interrogazione successiva; ricordo anche di aver preparato un esame universitario in una notte.

Poi ho cominciato a ipotizzare l’esistenza di vite parallele o vite alternative, che, tramite sogni vividi, sogni lucidi (sogni in cui sapevo di sognare) ed esperienze fuori dal corpo (si veda per questo il capitolo 4 del mio libro L’Aldilà è a portata di mano: Tre metodi collaudati per mantenere personalmente i contatti con chi ci ha preceduti nel Dopo-Vita), ho avuto anche modo di contemplare.

Infine ho cominciato a cercare situazioni che mi dessero l’opportunità concreta di fermare il tempo.

Già mi era capitato, infatti, qualche mese prima di questa esperienza, di sperimentare un rallentamento del tempo mentre ero impegnata in attività piacevoli, fatto diametralmente opposto a quanto capita abitualmente nella realtà di tutti i giorni. Mi capitava cioè ad esempio, mentre ero a lezione di pittura, immersa nella creazione di un dipinto a olio, che il tempo, invece di “volare” sembrava quasi fermarsi, per permettermi di godere di quel momento così gioioso.

Ma ora, con questa esperienza diretta, mi sembrava di aver acquisito uno strumento estremamente potente per poter compiere qualsiasi cosa. Ho potuto sperimentare di persona la magnificenza del nostro potere creativo e mi basta richiamare alla mente quella consapevolezza speciale, quando mi pongo un obiettivo, per sapere che esso è già stato conseguito.

Ritengo pertanto estremamente importante fissare degli obiettivi, quando ci si sente in uno stato d’animo dinamicamente creativo, e permettere al nostro potere personale di guidarci.

Continuo ad essere convinta che gli stati d’animo contemplativi siano ugualmente preziosi, purché siano il risultato della nostra inclinazione personale del momento.

Tuttavia, fissare degli obiettivi sembra essere una di quelle capacità chiave che veniamo a imparare nel QUI e ORA, con quella che chiamiamo “Incarnazione” e, una volta fatta questa scoperta, uno dei miei desideri più grandi è diventato quello di valorizzarla al massimo.

Inutile dire che il mio lavoro di traduzione quel mattino, che avrebbe in teoria richiesto una porzione notevole di tempo che non avevo, fluì in modo tranquillo e senza rampogne da parte della mia agenzia di traduzioni, che in quella circostanza aveva casualmente fissato l’orario di consegna con notevole anticipo rispetto alle proprie esigenze effettive, cosa che mi fu telefonicamente comunicata prima ancora di mettermi al lavoro.

Ho voluto citare questa esperienza in apertura in quanto considero la consapevolezza di trovarsi fuori dal tempo un fattore cruciale per dare una spiegazione a tanti interrogativi cui il concetto di re-Incarnazione tenta di dare una risposta.

La mia tesi è che il nostro ingresso nel tempo determini da una parte eccezionali opportunità creative e dall’altra tutta una serie di percezioni limitanti e distorte che tuttavia possono in qualsiasi momento, volendo, essere superate grazie alla nostra stessa natura e agli strumenti spirituali di cui siamo equipaggiati

Estratto dal mio libro La verità sulla reincarnazione  @ Giulia Jeary Knap, 2014

Cio che ho appreso nel corso degli anni successivi

L’esito più importante di questa esperienza e di quelle che mi ci avevano condotta si può sintetizzare in questi quattro punti:

  • Cominciai a rendermi conto che il momento in cui abbiamo maggior potere nelle nostre vite è sempre ADESSO. Disperdere energie in rimpianti e paure non ci aiuta. Questo è il momento in cui abbiamo il maggior controllo sulle nostre vite, il momento in cui possiamo non solo pienamente apprezzare che significa essere immersi in questa dimensione fisica, ma ottimizzarla e valorizzarla al massimo impiegando il nostro innato spirito creativo. Mi sono anche resa conto di come e perchè quello che chiamo il nostro Io Superiore coglie costantemente i benefici frutti delle nostre esperienze di vita passata, presente E FUTURA, al di là del tempo lineare. Quindi è importante proiettare nel futuro gratitudine e fiducia.
  • Mi sono resa conto di quanto fossero distorte le nozioni di re-incarnazione e Aldilà qualora queste vengano viste dal punto di vista fisico del tempo lineare e che nel Grande Tempo in cui tutti siamo ugualmente immersi non esiste mai alcuna separazione fra noi e le persone care, sia incarnate che disincarnate, neanche nei momenti più bui.
  • Ho capito con l’andar del tempo che la meditazione può aiutarci a entrare in uno stato di rilassamento nel quale possiamo  avere spontanee intuizioni circa cosa significhi trovarsi fuori dal tempo e acquisire maggior sicurezza in merito alle decisioni che prendiamo quando ci troviamo in uno stato ampliato di consapevolezza.
  • Da ultimo, ma non da meno, ho imparato a comprendere il vero significato della cosiddetta legge di attrazione, pochè ho appreso che non è sempre sufficiente “richiedere qualcosa” (riconoscendo pertanto che quel qualcosa NON c’è), ma è importante “sapere che quel qualcosa esiste già”. [cfr. Mc 11, 24]

@ Giulia Jeary Knap, luglio 2018

Testo tratto da: La veritá sulla reincarnazione:  

***GRATIS dal 12 al 16 agosto inclusi***

 

The Afterlife: Hereafter and Here at Hand and Looking Beyond the Fishbowl: A New Comforting Perspective on Reincarnation by Giulia Jeary Knap are available from http://amzn.to/2Em3JnS and http://amzn.to/2E4fQmb. Find out more here: http://fracieloeterra.org/en/