Chiunque segua questo sito sa che mi sono sempre occupata prevalentemente di aiuto alle persone a lutto che desiderano ripristinare i contatti con i propri cari – amici o parenti – che sentono di aver perso a seguito della morte del corpo fisico.
Chi ha letto i miei libri e i miei articoli, come anche le migliaia di post pubblicati in forum in lingua italiana ed inglese dedicati alla spiritualità, al soprannaturale e al cosiddetto “paranormale”, sa che l’enfasi del mio messaggio è quella di rassicurare chi soffre per la morte di un proprio congiunto circa il fatto che la morte non è che il risveglio definitivo da un’illusione in cui ci credevamo davvero prigionieri di un modo materiale, in pericolo, soli, ammalati o separati gli uni dagli altri.
Chi segue i miei scritti sa anche quanto mi oppongo a qualsiasi concetto che, facendo leva sulla paura dell’ignoto, dell’abbandono, della separazione e della morte, cerca di manipolare le persone proiettando nella loro visione dell’Aldilà le medesime dinamiche in uso in questa vita terrena per spaventare e controllare il prossimo.
Esempi di questo terrorismo psicologico sono alcuni concetti che attribuiscono il controllo delle nostre esistenze a un dio fatto ad immagine e somiglianza di alcuni mostri umani, un dio impaziente, vendicativo, sadico e perverso. Altri esempi riguardano la nozione che ciascuna convinzione religiosa sia l’unica che possa garantire la salvezza dell’uomo e che chi non segue quella specifica strada è perduto. È il caso delle forme più fondamentaliste di svariate religioni e delle vere e proprie sette che si formano da esse.
L’ampio database ormai disponibile sulle esperienze di pre-morte (NDE) o di morte effettiva (ADE) di persone che, dopo un periodo di morte clinica strumentalmente accertato, sono poi tornate in vita per raccontare la propria esperienza , ci dice che “oltre” questa vita esiste la pienezza della conoscenza, fatta di infinito amore, comprensione e senso di appartenenza, dove chi nuoce al prossimo si rende conto di nuocere a tutti gli effetti a se stesso. Eh sì! Le parole “Ama il prossimo tuo…” che costituiscono la fonte e il nocciolo di tutti i credo religiosi, hanno un fondamento pratico e concreto.
Anche le visioni dei morenti (oggi in calo a causa dell’ampio uso di morfina nell’ambito della medicina palliativa) hanno sempre fornito una versione coerente con quanto i sopravvissuti a un’esperienza di premorte ci raccontano circa l’esistenza che ci attende oltre questa vita.
Perchè cerco di evidenziare la parola “oltre“? Perchè, in realtà, non ha nulla a che fare col nostro tempo lineare, con quello che normalmente intendiamo con “prima” e “dopo”. Con “oltre” intendo “al di là” del nostro tempo lineare, che da un punto di vista pratico non significa solo “al di là” di questa vita fisica, ma anche al di là
- della nostra vita di tutti i giorni,
- della nostra vita di veglia,
- del nostro dialogo interiore,
- del nostro pensiero cosciente, e così via.
Viene dunque naturale scoprire che in quell’oltre non esiste solo il mondo dei trapassati e la magia di poterli incontrare o comuncare con loro, ma anche qualsiasi altra meravigliosa opportunità che sentiamo di voler cogliere al di là di come siamo abituati a vedere la vita di tutti i giorni, nel rispetto dei principi universali di amore, pace, armonia, altruismo…
Per quanto mi riguarda, per poter affrontare queste tematiche che fin dall’antichità risultano ovvie a svariate culture tradizionali ed indigene che confidano nell’intuito piuttosto che nel razionalismo materialistico a sé stante, non ho solo cercato e studiato esperienze di prima mano.
In realtà, sono sempre stata affascinata dalle ricerche scientifiche che negli ultimi tre secoli hanno portato a un’esplorazione sempre più complessa e mirata circa la struttura della realtà in cui viviamo, ricerche che hanno ormai sfidato e messo in crisi i presupposti della fisica classica e che appaiono promettere il raggiungimento di un punto di incontro fra chi da sempre confida nella pienezza del proprio potenziale e chi si limita all’osservazione oggettiva e condivisa dei fenomeni.
Cosa c’è, secondo le più recenti scoperte scientifiche, al di là del nostro corpo fisico?
Eminenti esponenti della fisica quantistica stanno cercando di dimostrare che il vuoto non esiste nell’universo in cui viviamo e che la luce, come anche ogni altro aspetto dei mondi visibili ed invisibili, si muove in un grande campo di energia intelligente:
1) Tale campo di energia conterrebbe e permeerebbe tutto ciò che esiste e si verifica. Anche noi vi saremmo immersi e di essa saremmo fatti.
2) Esso costituirebbe lo strumento di collegamento fra noi e il mondo, e fra il nostro mondo interiore e quello esteriore; ciò spiegherebbe perché, quando per esempio preghiamo o inviamo pensieri radicati in emozioni positive verso una persona cara, ovunque essa si trovi, tali pensieri la raggiungano istantaneamente.
3) Nell’ambito delle nostre vite individuali, l’energia di tale campo costituirebbe una sorta di specchio, riflettendo conferme circa ciò che riteniamo essere vero nel mondo circostante: tutti (inconsapevolmente o meno) abbiamo aspettative e questo campo di energia intelligente avrebbe il potere di rifletterle e renderle manifeste come uno specchio.
4) In questo campo tutto sarebbe intimamente interconnesso, ed ogni particella rifletterebbe olograficamente il tutto.
Sulla base di tale assunto, per il quale mi sono riferita alla sintesi di Greg Braden e di altri studiosi attenti all’effetto dell’intuito e delle emozioni sulla realtà che viviamo, quello che ci aspettiamo è ciò che ha maggiori probabilità di verificarsi.
Questo ci spiega anche una delle frasi di Gesù riportate con parole diverse nei Vangeli a proposito del potere della preghiera:
« Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato» (Marco, 11:24)
Sapere di aver già ottenuto qualcosa che non violi le norme stesse del creato, basate sull’amore e sull’armonia, significa innescare in automatico un processo ineluttabile per la sua realizzazione. Tuttavia, non è sufficiente saperlo solo a livello intellettivo: bisogna saperlo a livello emozionale.
Ecco perchè per esempio le statistiche sulle esperienze fuori dal corpo ci dicono che chi ha avuto almeno 6 esperienze di questo tipo ha maggiori probabilitià di averne a piacimento: ormai si è convinto, a livello emotivo e anche subconscio, che la nostra coscienza non è legata a doppio filo al veicolo del corpo fisico e che, una volta che questa si sia disconnessa dalle incombenze della vita pratica durante il sonno, ha la possibilità di viaggiare in altre dimensioni.
Dunque l’aspettativa certa di un evento positivo e in armonia con il bene comune ha ottime possibilità di realizzarsi.
Se prendiamo in considerazione l’enorme percentuale di pensieri, azioni e comportamenti che viviamo ed attuiamo ogni giorno in modo subconscio ed in risposta a stimoli subconsci, ci rendiamo conto della potenzialità dirompente di emozioni quali l’aspettativa positiva, la gratitudine e la fiducia per poter raggiungere la pienezza del nostro potenziale.
Ma che significa comprendere la pienezza del proprio potenziale?
Tutti abbiamo sicuramente delle aspirazioni, dei sogni che ci motivano e che ci intrigano. Chi non aspira alla serenità, alla gioia, all’armonia, all’amore?
Nascere, crescere e vivere all’interno di una certa cultura significa esporsi ai condizionamenti e alle limitazioni che quella cultura impone, specie nel corso dei primi 6 o 7 anni di vita: sia a livello cosciente che subconscio, il modo in cui impariamo a percepire la realtà viene formato in modi spesso sottili e impercettibili proprio in quel periodo. Ed è a causa di tali condizionamenti che la nostra fiducia circa la possibilità di inseguire e realizzare i nostri sogni può incrinarsi. È stato così che nel corso dei secoli abbiamo dimenticato le premesse fondamentali alla radice dell’invito:
« Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato» (Marco, 11:24)
Ecco un aspetto nel quale vediamo invece oggi coniugarsi scienza e fede. Tuttavia, per il momento, i due approcci restano scissi nella mente di molti praticanti delle più svariate fedi religiose, che sembrano dedicare invece molta più attenzione ad aspetti cerimoniali e formali.
Nonostante gli insegnamenti a volte incomprensibili appresi da piccola su questi argomenti, la mia curiosità per ciò che è misterioso e sconosciuto mi ha sempre motivato a mettere in discussione qualsiasi paradigma condiviso o imposto in modo dogmatico, per capire quali verità potessero presentarsi oltre le apparenze.
Attratta da sempre da opere fantascientifiche che promettevano la possibilità di viaggiare nel tempo, di cambiare il passato prevenendo catastrofi già avvenute, di viaggiare liberamente verso dimensioni altre, improntate alla pace e all’armonia (o anche solo al trionfo di una romantica storia d’amore), ho avuto l’occasione di scoprire nel corso della mia vita che queste belle realtà futuribili potevano con il tempo realizzarsi davvero.
Dunque, avere fiducia nei sogni che, nel rispetto della pace e dell’armonia, ci si presentano in modo ripetitivo, riconoscendo in essi la nostra bussola interiore, costituisce sicuramente un punto di riferimento per risvegliare il proprio potenziale.
1. Un primo passo per trasformare i propri sogni in realtà è inseguirli, seguire le proprie passioni
È stato così che ho scoperto che il potenziale umano è meraviglioso, incredibilmente ampio e soprattutto realizzabile. Un esempio? Sognavo di potermi spostare istantaneamente nel tempo e nello spazio e con caparbietà ho trovato la mia strada per farlo.
È stato così che mi sono affezionata a quella che oggi è nota come la legge di attrazione almeno vent’anni prima che uscisse il documentario The Secret.
2. Un secondo passo per trasformare i propri sogni in realtà è capire che sono le emozioni alla base dei nostri pensieri a CREARE la realtà
Mossa da una gran curiosità circa la vita dopo la morte e il contatto con chi ci ha preceduti nel dopo-vita, ho sempre calamitato esperienze che mi aiutassero in un modo o nell’altro a conoscere questo argomento, così come persone che studiavano le medesime tematiche da svariate angolazioni.
3. Un terzo passo per trasformare i propri sogni in realtà è documentarsi
L’ispirazione e la motivazione necessari ad inseguire le nostre passioni nascono spesso documentandosi sui traguardi raggiunti da persone che condividevano i nostri stessi interessi e che non si sono lasciate sabotare o distrarre da pensieri limitanti. L’ispirazione e la motivazione nascono anche da opere in apparenza fantascientifiche, che, grazie a una sospensione temporanea del giudizio razionale, ci permettono di calarci nel mondo che vorremmo creare. L’immaginazione ispirata dall’aspettativa positiva ha un effetto dirompente nel rendere possibile l’impensabile.
4. Un quarto passo per trasformare i propri sogni in realtà è allenarsi
Mettere costantemente in pratica, anche nei piccoli fatti che compongono la nostra realtà quotidiana, i valori e gli insegnamenti che apprendiamo, giorno dopo giorno, circa il nostro meraviglioso potenziale, significa creare sempre, qui e ora, la migliore realtà possibile.
È questa la magica consapevolezza che tutto è possibile: non un lontano obiettivo da realizzare forse nel futuro, ma qualcosa di cui poter raccogliere i frutti tutti i giorni.